L’identikit del leader del futuro, secondo Francesco Tamagni



Dimenticate tutto quello che avete imparato sullaleadership: per diventare i numeri uno di domani bisogna cambiare pelle. Davvero. È finita l’epoca del capo autoritario, della figura isolata al vertice, e lo conferma un’indagine, che Business People anticipa in esclusiva, condotta da Top Employers, l’istituto di certificazione delle eccellenze in campo HR, su un campione di 600 aziende al mondo, Italia compresa.

Il futuro, dicono in sostanza le aziende, è di chi saprà adottare una leadership diffusa, dove il singolo capo fa tesoro delle esperienze altrui e condivide con i colleghi responsabilità ed esperienze.
Ecco come Francesco Tamagni, General Manager di Intermedia Selection, illustra l’identikit del leader del futuro:
“Sono d’accordo sul commento relativo ad aziende sempre più fluide e meno strutturate gerarchicamente e su quanto, oggi più che mai, sia necessario cercare manager con un’efficace leadership, fondamentale per attirare, coltivare e trattenere i talenti migliori. Questo identikit inizia ad essere ben presente soprattutto nelle grandi multinazionali con forte imprinting anglo-americano, meno nelle realtà italiane, dove parecchie aziende, soprattutto le pmi, non hanno ancora sviluppato questa cultura.
Di fondamentale importanza è il fatto che non esistono più funzioni aziendali “cluster”, chiuse e separate dalle altre con un unico manager in vetta. È tutta la prima linea che ha ruoli di responsabilità e di condivisione dei successi e degli insuccessi.
Diverso il discorso per i candidati leader di domani: fra le soft skills individuate, i manager faticano a trovare il coraggio. Non sanno rischiare, perché temono di giocarsi la carriera in una fase di mercato in cui viene chiesto di portare risultati in tempi sempre più brevi e in cui trovare un’alternativa di lavoro non è semplice. In questo contesto, la maggior parte dei manager tende ad adeguarsi alle decisioni “prese dall’alto”, ma con questo atteggiamento non riescono a far emergere leadership e coraggio che la ricerca di Top Employers evidenziava”.

Pubblicato su “Business People” il 05/06/2015


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L’identikit del leader del futuro, secondo Francesco Tamagni



Dimenticate tutto quello che avete imparato sullaleadership: per diventare i numeri uno di domani bisogna cambiare pelle. Davvero. È finita l’epoca del capo autoritario, della figura isolata al vertice, e lo conferma un’indagine, che Business People anticipa in esclusiva, condotta da Top Employers, l’istituto di certificazione delle eccellenze in campo HR, su un campione di 600 aziende al mondo, Italia compresa.

Il futuro, dicono in sostanza le aziende, è di chi saprà adottare una leadership diffusa, dove il singolo capo fa tesoro delle esperienze altrui e condivide con i colleghi responsabilità ed esperienze.
Ecco come Francesco Tamagni, General Manager di Intermedia Selection, illustra l’identikit del leader del futuro:
“Sono d’accordo sul commento relativo ad aziende sempre più fluide e meno strutturate gerarchicamente e su quanto, oggi più che mai, sia necessario cercare manager con un’efficace leadership, fondamentale per attirare, coltivare e trattenere i talenti migliori. Questo identikit inizia ad essere ben presente soprattutto nelle grandi multinazionali con forte imprinting anglo-americano, meno nelle realtà italiane, dove parecchie aziende, soprattutto le pmi, non hanno ancora sviluppato questa cultura.
Di fondamentale importanza è il fatto che non esistono più funzioni aziendali “cluster”, chiuse e separate dalle altre con un unico manager in vetta. È tutta la prima linea che ha ruoli di responsabilità e di condivisione dei successi e degli insuccessi.
Diverso il discorso per i candidati leader di domani: fra le soft skills individuate, i manager faticano a trovare il coraggio. Non sanno rischiare, perché temono di giocarsi la carriera in una fase di mercato in cui viene chiesto di portare risultati in tempi sempre più brevi e in cui trovare un’alternativa di lavoro non è semplice. In questo contesto, la maggior parte dei manager tende ad adeguarsi alle decisioni “prese dall’alto”, ma con questo atteggiamento non riescono a far emergere leadership e coraggio che la ricerca di Top Employers evidenziava”.

Pubblicato su “Business People” il 05/06/2015


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