Carriera professionale? In Italia è un percorso cristallo



L’assunzione a tempo indeterminato  genera, nell’immaginario comune, una condizione di stabilità e assestamento. Soprattutto a chi è nato e cresciuto nel Bel Paese, che ha biologicamente obiettivi chiari e delle tappe fisse da raggiungere: il posto di lavoro unico, definitivo, imperituro.

Il retaggio culturale italiano definisce spesso, quindi, l’occupazione come cristallizzata.

Il cristallo è solido, rigido e immutevole.

L’idea di crescere professionalmente, con una strada ben definita da percorrere, rassicura.

Ma la soddisfazione, arriva più da un percorso a lungo termine già pianificato a priori o dalla continua ricerca di nuove sfide?

Il mercato nostrano, infatti, a dispetto di quello internazionale, asseconda la cultura della stagnazione. Come detto anche da Francesco Tamagni, Direttore Generale di Intermedia Selection, su Business People “In Gran Bretagna e negli Stati Unti mutare ambiente rappresenta la norma”  (cit. Quando la specializzazione è un limite – Business People, gennaio 2016).

Il lavoro deve essere frutto di una crescita personale oltre che professionale. Per svilupparsi è necessario avere sempre nuovi stimoli e nuove sfide da affrontare.

In UK, ad esempio, difficilmente si trovano dipendenti che abbiano lavorato per più di 4/5 anni nello stesso ruolo e nella stessa società. Dai profili più junior, a quelli più senior, non manca mai la sete di conoscenza e la voglia di mettersi in gioco. Quanto più ci si sente competenti in un settore, tanto più si ha voglia di cercare nuovi scenari da conoscere e implementare con le conoscenze acquisite precedentemente.

Cosa può far emergere, allora, l’unicità di un candidato? Rompere con la tradizione, i luoghi comuni e far sì che il cristallo, finalmente, si trasformi. Si trasformi in una forma professionale più sfaccettata, moderna e innovativa.

Guardare al di fuori dei confini nazionali e programmare il futuro in un’ottica di progresso e crescita, per apportare, ognuno nel proprio piccolo, la rivoluzione della trasformazione del cristallo.

 

Silvia Betta

 

 


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